Un esempio di settimana corta: il modello Agape

Dopo la sperimentazione triennale della settimana corta nella Cooperativa Agape – che terminerà il 30 ottobre 2025 – prenderà avvio, in continuità, l’ufficializzazione di questa pratica contrattuale lavorativa.
Siamo arrivati a questa importante novità attraverso un percorso di studio, osservazione e coraggio organizzativo che oggi ci permette di dire con chiarezza: meno impegno settimanale, ovvero giorni lavorativi, non significa meno risultati. Anzi.
Un gruppo di circa 30 dipendenti – rispetto a un totale di oltre un centinaio – ha aderito alla sperimentazione, che ha riguardato alcuni, ma non tutti i servizi aziendali.
L’accordo ha previsto una riduzione dell’impegno settimanale, ma non è stata l’unica attività visto che è stata data a tutti la possibilità di scegliere la migliore conformazione del proprio impegno: c’è chi ha optato per mantenere la settimana lunga, chi ha usufruito della formula del lavoro agile fino a tre ore settimanali, e ci sono stati, come negli anni precedenti, maggiore flessibilità nei permessi studio, nella gestione della maternità, nella conciliazione casa-lavoro.
Benessere, risultati, riconoscimento
Il focus dell’esperimento non è stato solo sulla produttività, ma soprattutto sul benessere delle persone. In un settore come il nostro, dove ogni giorno si lavora a stretto contatto con la fragilità e mille problematiche, anche impreviste, in cui serve professionalità ma anche lucidità fisica e mentale, è fondamentale che operatrici e operatori siano nelle condizioni fisiche e mentali migliori per ascoltare, accogliere, accompagnare.
Durante i tre anni abbiamo osservato l’andamento settimanale dell’energia e della resa lavorativa:
- Lunedì e martedì ottimi rendimenti
- Mercoledì leggera flessione
- Giovedì già si avvertiva la gioia dell’inizio del weekend lungo
- Venerdì libero: tempo per sé, per la famiglia, per studiare, per riposare
Il corpo e la mente si sono adattati a nuovi ritmi, e anche la clientela ha riconosciuto la qualità costante del servizio, nonostante i dubbi, legittimi, iniziali di alcuni colleghi riflessi sugli utenti. I nostri utenti, i residenti e i pazienti, ma anche le famiglie, educate e coinvolte dallo staff Agape nel cambiamento, hanno espresso maggiore soddisfazione. Il riconoscimento è cresciuto, non solo in termini affettivi, ma anche nei feedback concreti.
Una buona pratica, non un’utopia
Chi lavora in contesti educativi lo sa: i dipendenti validi non scelgono solo dove guadagnano di più, ma anche dove trovano miglioramento, benessere, riconoscimento. Per questo crediamo che la settimana corta di Agape non sia solo un esperimento riuscito, ma una buona prassi da condividere, almeno in quelle aziende che hanno voglia – più ancora che coraggio – di investire sulle persone.
Oggi si lavora a un accordo generale che darà a ogni lavoratore e lavoratrice la possibilità di aderire al nuovo modello. La strada è aperta. E il primo passo lo abbiamo fatto insieme.
Ve lo meritate. Ce lo meritiamo.